Coppia , 2020 Couple , 2020
sculture in foglia di rame h 1,20 copper leaf sculptures h 1,20
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Ecco, il filo rosso legato al mio mignolo sinistro ha finalmente un altro capo. Eccolo, è qui. Ti aspettavo. Anche io ti aspettavo. Ha fatto giri lunghi, si è intrecciato mille e mille volte, ha creato grovigli e nodi, matasse raggomitolate su se stesse e difficili da districare. Una matassa di filato rosso raccolto in spire disordinate, senza l’altro bandolo, lasciato libero di mescolarsi a se stesso e a se stesso ritornare. Ignaro ho vissuto di altro, cibandomi del superficiale, lasciandomi trasportare dalla corrente, in un mare senza orizzonte. Arrancavo nella notte buia, annaspavo soffocata spesso dal mio stesso filo rosso. Non un faro. Non una zattera a cui aggrapparsi nel mare in tempesta della mia vita. Ero vapore e nebbia. Ero solubile. Ti aspettavo. Anche io ti aspettavo. Silenziosa ti aspettavo. Non ti vedevo. Ma eri dentro di me. Non ti sentivo. Ma io ti percepivo. Senza odore e senza tatto c’eri. C’eri nei miei pensieri e nella idea di te in me. C’eri nella parola Amore. E nella parola rispetto. Prendevi forma nella parola generosità. Ti riconoscevo nella parola condivisione. E mi mancavi fino a far male. E mi tuffavo in forme di oblio solitario. E pian piano il filo rosso si accorciava. E i nodi si dipanavano, lenti. Prendevi forma. Eccomi, ci sono. Eccomi …Ho cambiato pelle come un serpente nella muta, ho lasciato andar via il mio abito, ne ho un altro, cucito insieme a te. A mescolarla questa pelle ramata dal tempo, ossidata dagli anni e ridisegnata, colpo dopo colpo. Ti aspettavo, ti ho cercata. Mi hai trovata, ti ho trovato. Non aspetto più, sono arrivato alla meta. Un punto di partenza rinnovato. Eccoci. Eccoci.
Here, the red thread tied to my left little finger finally has another end. Here it is, here it is. I was waiting for you. I was waiting for you too. It took long paths, it has been woven a thousand and a thousand times, it created tangles and knots, skeins curled up on themselves and difficult to untangle. A skein of red yarn gathered in disordered coils, without the other thread, left free to mix with itself and to return to itself. Unaware, I lived of something else, shallowly feeding, letting myself be carried away by the current, in a sea without a horizon. I struggled through the dark night, I often gasped suffocated by my own red thread. Not a lighthouse. Not a raft to hang onto in the stormy sea of my life. I was steam and fog. I was soluble. I was waiting for you. I was waiting for you too. Silently I was waiting for you. I did not see you. But you were inside me. I did not hear you. But I sensed you. With no smell and no touch, you were there. You were in my thoughts and the idea of you in me. You were in the word Love. And in the word Respect. You took shape in the word Generosity. I recognized you in the word Sharing. And I missed you until it hurt. And I plunged into forms of lonely oblivion. And slowly the red thread was getting shorter. And the knots unfolded, slowly. You were taking shape. Here I am. Here I am… I changed skin like a snake in a molt, I let my dress go away, I have another one, sewn with you. Mixing this coppery skin with time, oxidized by the years and redesigned, stroke after stroke. I was waiting for you, I looked for you. You found me, I found you. I do not wait any longer, I have reached the goal. A renewed starting point. Here we are. Here we are.